NARCISISMO E NARCISISMO PATOLOGICO: UN’IMPORTANTE DISTINZIONE!
NARCISISMO E NARCISISMO PATOLOGICO: UN'IMPORTANTE DISTINZIONE!
Secondo la mitologia greca, Narciso era un giovane bellissimo ma talmente attratto dalla propria bellezza da rispecchiarsi nell'acqua e restare completamente rapito dalla propria immagine. Si narra poi che, nel tentativo disperato di raggiungerla e baciarla egli morì annegandoci dentro. Ove era il suo corpo nacque un fiore, che fu chiamato - per l'appunto - Narciso.
Il concetto di narcisismo è uno dei più importanti ma controversi concetti in psicoanalisi, al punto che perfino Freud ne riformulò più volte la teorizzazione senza mai esserne pienamente soddisfatto.
Heinz Kohut è stato lo psicoanalista che più di tutti approfondì e rivoluzionò il concetto di narcisismo. Riconobbe infatti che la formulazione classica era un po' troppo “moraleggiante”, in quanto veniva considerato come una fase da superare assolutamente per raggiungere la maturità. Affermò, inoltre, che la sua connotazione assolutamente negativa era la conseguenza della ”intrusione impropria del sistema altruistico di valori della civiltà occidentale”; una civiltà, cioè, che riconosce come valore solo ciò che è connotato altruisticamente ma denigra e spesso condanna ciò che viene percepito come egoistico e autoreferenziale. Non a caso il termine narcisismo apparve fin da subito abbinato al fenomeno dell'autoerotismo, conferendo a entrambi un'accezione negativa. Ecco perché quando pensiamo a un narcisista ci viene subito in mente un individuo vanitoso, egoista, egocentrico, privo di empatia, seduttivo e incapace di stabilire relazioni profonde.
Eppure Kohut pose il narcisismo al centro della salute mentale. Come mai?
Egli partì da una serie di osservazioni cliniche: notò che molti dei suoi pazienti lamentavano difficoltà molto diverse rispetto ai pazienti nevrotici “classici”. Erano infatti persone caratterizzate da un senso di autostima molto altalenante, molto sensibili alle critiche e che lamentavano spesso un grande senso di vuoto. Avevano difficoltà a relazionarsi e mantenere relazioni stabili; molti di loro praticavano una sessualità esasperata, in altri l'interesse verso di essa pareva essere del tutto assente.
La seconda importante osservazione che fece è relativa al tipo di bisogni dei pazienti che emergevano durante la terapia: bisogni di tipo “speculare” che esprimevano la necessità di ricevere dal terapeuta risposte di approvazione e di conferma, tali per cui i pazienti mettevano spesso in atto tutta una serie di atteggiamenti esibizionistici per “favorire” l'attenzione su di loro. In alternativa i pazienti tendevano ad idealizzare la figura del terapeuta, a considerarlo come una fonte di consolazione, idealizzandolo e ingigantendone le qualità positive. Suppose allora che questi due tipi di bisogni dipendessero da antiche e precise carenze di risposte dei genitori idealizzati alle esigenze del bambino di conferme per la sua stima di sé. Fu solo adottando un metodo empatico volto alla comprensione del mondo soggettivo del paziente che egli ottenne un miglioramento di questi pazienti: da allora i suoi studi si concentrarono sull’empatia e sulle disfunzioni del Sé.
Il Sé è quella struttura psicologica che rende evidente la propria presenza nel fornire ad una persona un sano senso di sé, di autostima e di benessere.
Ma come si forma un Sé integrato e coeso?
Fin dalle prime fasi di sviluppo il bambino ha il bisogno di esibire le sue capacità e di essere gratificato per rafforzare il senso di onnipotenza e grandiosità; contemporaneamente e parallelamente egli ha bisogno di formare un’immagine idealizzata di uno dei genitori per sentirsi fuso con lui. E' inoltre essenziale che chi si prende cura del piccolo sia capace di far fronte ai suoi bisogni secondo ritmi tollerabili in modo da fargli ridimensionare gradualmente la fiducia illimitata nell’onnipotenza genitoriale. In pratica è come se in principio si debba lasciare che il bambino si illuda di essere onnipotente per poi disilluderlo, man mano che cresce, per mezzo di piccole e tollerabili frustrazioni. Ciò costituisce la premessa per la nascita di strutture interne che hanno la funzione di calmare e tranquillizzare il bambino e allentare la tensione accumulata. Una volta che il bambino avrà interiorizzato gli aspetti dell'empatia da parte delle figure di riferimento rispetto alle sue manifestazioni di Sé grandioso, diventerà capace di percepire “da dentro” la fiducia che gli è stata fornita da fuori. In sintesi le qualità delle figure di accudimento verranno “scorporate” e diverranno caratteristiche del Sé del bimbo. Quando invece le delusioni narcisistiche diventano troppo persistenti e i fallimenti empatici intollerabili, l’interiorizzazione non si realizza e si verificano gravi alterazioni del Sé. Le vicissitudini delle esperienze precoci di sé, quando il sé emergente è più vulnerabile, forzano nei bambini ogni specie di distorsione per mantenere e difendere un minimo di struttura unitaria e coesa. Il sé dell’infanzia e della fanciullezza può rispondere alle minacce traumatiche alla propria coesione modificando la propria struttura.
Lo stato di fragilità può essere occultato ricorrendo a fantasie grandiose e megalomaniche, cosicché conviveranno nella stessa persona sia un atteggiamento di grandiosità che una totale insicurezza e un senso di estrema vulnerabilità. Un’altra varietà di adattamento consiste in una sorta di ritiro dall'ambiente, accompagnata da una diminuita sensibilità al contesto esterno, ma compensata dall’arco dei talenti e abilità che diventano il punto focale della consapevolezza di sé. Non necessariamente questi adattamenti sono patologici, anzi. Tuttavia, il Sé di un bambino che è cronicamente privato di relazioni empatiche da parte dell'ambiente - incapace di fornirgli risposte adeguate - non si strutturerà sufficientemente, e resterà relativamente privo di complessità e inadatto a contenere le molteplicità. L'autenticità si perde, lasciando il posto a sentimenti di vuoto e mancanza di entusiasmo, con le conseguenze che il video linkato mette bene in luce.
BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO:
Kohut H. “La guarigione del Sé”, Bollati Boringhieri, Torino.
Kohut H. “Narcisismo e analisi del Sé”, Bollati Boringhieri, Torino.
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