Psicologa Psicoterapeuta, Civitanova Marche, Macerata

TRISTEZZA D’AGOSTO

TRISTEZZA D'AGOSTO

Estate. Il sole è una lampadina che cambia intensità di luce senza spegnersi mai. Il verde brillante dei campi lascia spazio a un cielo sempre azzurro e terso che si fa, improvvisamente, tutt'uno col mare. Chi sopravvive in città ci riesce grazie a questo sogno ad occhi aperti, chi - come me – ha la fortuna di viverci accanto, scappa ogni volta che può a godere della freschezza delle acque e del tepore del primo sole mattutino o tardo pomeridiano. Si sopravvive solo grazie al sogno delle ferie, evocando quella manciata di giorni durante i quali anche noi saremo come i campi lasciati al maggese, finalmente liberi di non produrre nulla di materiale. Solo relax, leggerezza, bagni, cocktails, incontri piacevoli e poco impegnativi. E poi, finalmente, arriva Agosto e quello che si è finora immaginato diviene realtà di massa. E guai a perdere un'occasione, un tuffo o una festa perché... Perché c'è qualcosa nell'aria che ci dice che tutto questo finirà. E in effetti se si guarda il cielo, esso già non è più come lo immaginavamo e quella lampadina sempre più o meno accesa inizia a definire intervalli di tempo più netti; se poi ci si mette di mezzo un temporale ecco che l'estate, anzi l'Estate tramonta.

E' una malinconia improvvisa, simile a quella della domenica sera e così diffusa che perfino Leopardi ne trasse ispirazione.

Il mese di Agosto per alcune persone può essere particolarmente difficile da vivere.

Una cosa interessante è che questo tipo di malessere accomuna tutti, tanto quelli che amano l'estate quanto quelli che la odiano: i primi saranno tristi per la fine della loro stagione preferita e si prefigureranno un altrettanto triste ritorno alla routine e al “dovere”, i secondi saranno nervosi perché non vedranno l'ora che la calura e il susseguirsi di cieli sempre uguali passi. Verso la fine dell'estate molte persone sperimentano uno stato permanente di ansia, ipocondria, perdita di sonno o ipersonnia; molte tendono a mangiare di più. Alcuni individui soffrono di sensi di colpa legati al fatto di aver trascorso un lungo periodo di tempo senza lavorare e avvertono la penosa sensazione di non aver compiuto il loro dovere; altri invece si lamentano del fatto che non sono riusciti ad ottenere dalle ferie quello che avevano programmato.

A tutto ciò si è aggiunta negli ultimi anni una nuova fatica: documentare tutto a tutti in tempo reale.

Senza entrare nello specifico dei meccanismi innescati dai social, la prima domanda che mi viene in mente è: quanto è difficile stare con sé stessi? Difficile sia in termini di opportunità, sia in termini di capacità effettiva di entrare in contatto con il proprio sé, i propri bisogni e aspirazioni. Quanto è complicato restare sospesi in uno spazio/tempo di transizione che non è più strutturato come gli altri giorni che – sì – affaticano e snervano ma, allo stesso tempo, identificano, restituendo sempre la stessa lineare immagine di sé e del proprio mondo? Quanto si è consapevoli di fino a che punto gli stereotipi scandiscono le giornate?

Agosto è come una grande parentesi che spesso mette in crisi. Moltissime coppie “scoppiano”, alcuni sperimentano dei veri e propri attacchi di panico nel bel mezzo di un viaggio e corrono alla disperata ricerca di un terapeuta che, ironia della sorte, il più delle volte è in ferie.

L'ansia per la fine dell'estate e la tensione per l'inizio di un nuovo anno, rappresentato dal tanto temuto mese di settembre, è comune ad ogni età. Rachel Annunziato professoressa di psicologia alla Fordham University, ha spiegato che sia i più piccoli sia i più grandi proverebbero sensazioni simili. Per i bambini in età scolare, agosto è un mese pieno di eccitazione, di aspettative, ma anche di timore. Anche gli adulti, in generale, pur avendo superato da tempo il periodo scolastico, continuano a vedere i tre mesi estivi come un momento simbolico di transizione verso il nuovo anno: una fase che, vista da questa prospettiva, raggiunge il culmine proprio nel mese di agosto.

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Hopper Edward - Estate 1943

In una ricerca condotta presso la University of Pennsylvania’s Wharton School, un gruppo di ricercatori suggerisce che le persone hanno più probabilità di affrontare i loro obiettivi subito dopo i punti di riferimento temporali salienti. Partendo da uno studio on line i ricercatori hanno scoperto che nei periodi immediatamente successivi alle vacanze nei motori di ricerca si registra un incremento di parole chiave quali “dieta”, “lavoro”, “psicoterapia”, “palestra”, ecc.. e che la frequenza è più alta in due periodi dell'anno, Gennaio e Settembre.

Se così fosse la parentesi critica di Agosto potrebbe essere utilizzata per fare il punto di una situazione e affrontare ciò che è rimasto sospeso. Il malessere di fine estate, se colto e compreso per gli importanti messaggi che veicola, può portare a un nuovo inizio, una sorta di nuova partenza. I punti di riferimento temporali non servono soltanto a riorganizzare la vita, ma possono essere utili anche a organizzare i ricordi, quindi, a ridefinirsi sulla base di un prima e un dopo, provando nuove possibilità di narrazione di sé.

Ben venga la crisi di Agosto se servirà a farvi disinserire il pilota automatico e a riconciliarvi con la guida e col viaggio.

Buon 1 Settembre a tutti!

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Georges Seurat, Bagn anti ad Asnières 1883-1884